Museo della shoah di roma: residenti chiedono il trasferimento con raccolta firme

Roma è attualmente al centro di un acceso dibattito nel quartiere Nomentano, in particolare nei pressi di via Alessandro Torlonia. I residenti hanno avviato una significativa raccolta firme, richiedendo la sospensione dei lavori per il Museo della Shoah e un incremento della sorveglianza nella zona. L’iniziativa è scaturita da episodi di minacce e intimidazioni, che si sono intensificati con l’apertura del cantiere, generando un clima di insicurezza crescente.
un quartiere di roma (nomentano) sotto pressione
Nell’ultimo periodo, i muri adiacenti al cantiere sono diventati palcoscenico per scritte sempre più aggressive: insulti e messaggi legati al conflitto israelo-palestinese si susseguono incessantemente. Ogni notte, cartelli con immagini delle vittime di Gaza appaiono, mentre escrementi vengono lasciati davanti all’ingresso. Gli atti intimidatori continuano a proliferare. Un episodio particolarmente scioccante ha colpito la comunità locale: il rinvenimento di una testa di maiale, simbolo dal forte impatto provocatorio.
A preoccupare i residenti, non è solo l’atmosfera ostile intorno al progetto, ma anche la possibilità concreta che il quartiere diventi un bivacco per tensioni sociali, richiedendo un notevole dispiegamento di forze dell’ordine per garantire la sicurezza degli abitanti e delle attività commerciali.
l’esposto alle autorità di roma
L’insoddisfazione dei cittadini si è tradotta in un esposto, pronto per essere inoltrato a Viminale, Questura e altre autorità competenti. Il documento, sottoscritto da numerosi residenti, evidenzia il difficile clima sociale del quartiere e l’assenza di misure adeguate per garantire la sicurezza pubblica. Nonostante le segnalazioni reiterate, l’unica reazione è stata lo spostamento dell’asilo israeliano, decisione che secondo i firmatari testimonia l’esistenza di un reale rischio senza tutelare adeguatamente gli altri cittadini.
Nell’esposto viene altresì espressa preoccupazione riguardo alla costruzione delMuseo della Shoah sotto una zona densamente popolata da italiani, arabi e israeliani. Secondo i firmatari dell’iniziativa, la presenza del cantiere ha già dimostrato attrarre azioni ostili che potrebbero aumentare dopo il completamento della struttura.
l’appello al campidoglio e alla giunta gualtieri
I cittadini avanzano una richiesta chiara: riconsiderare la posizione delMuseo della Shoah . Chiedono che il progetto venga trasferito in una località meno affollata e più facilmente controllabile dalle forze dell’ordine. Questa scelta permetterebbe di preservare la memoria storica senza mettere a rischio la comunità locale.
Nell’attesa continua la raccolta firme; sebbene non sia stato comunicato il numero esatto dei sostenitori finora registrati, l’iniziativa sembra guadagnare sempre più consensi. Resta da osservare quale sarà la risposta delle istituzioni a questo appello delicato che pone sul tavolo questioni fondamentali come memoria, sicurezza e convivenza urbana.
- Cittadini locali coinvolti nella raccolta firme
- Membri della comunità araba presente nel quartiere
- Sostenitori del Museo della Shoah
- Pazienti residenti nelle vicinanze
- Pubblico interessato alla questione sociale ed urbanistica
- Aziende locali potenzialmente influenzate dalla situazione
- Potenziamento delle forze dell’ordine richiesto dai residenti
- Istituzioni competenti come Viminale e Questura
- Cittadini contrari all’attuale ubicazione proposta
- Sostenitori della memoria storica