Morte di Camilla Sanvoisin a Roma: ricerca del pusher della droga

Le indagini delle forze dell’ordine si concentrano sulla ricerca dello spacciatore responsabile della vendita di eroina a Giacomo Celluprica, il quale è coinvolto nel drammatico caso della giovane Camilla Sanvoisin. La venticinquenne è stata trovata senza vita nella sua abitazione alla Giustiniana, e si sospetta che la causa del decesso possa essere riconducibile a una possibile overdose. Il procedimento investigativo, guidato dalla squadra mobile sotto la supervisione della Procura di Roma, indaga su un’eventuale “morte in conseguenza di altro reato”.
Possibile overdose
Gli agenti stanno esaminando i tabulati telefonici e i messaggi presenti nei dispositivi elettronici di Celluprica, 35 anni, e della vittima. L’obiettivo è quello di identificare il fornitore della sostanza stupefacente. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Celluprica, entrambi avrebbero consumato droghe la sera prima del tragico evento.
Ipotesi: dose letale di eroina
L’ipotesi centrale al vaglio degli inquirenti suggerisce che Camilla possa essere deceduta a causa di una dose letale di eroina, potenzialmente adulterata con sostanze tossiche. Per accertare le cause del decesso, saranno determinanti i risultati degli esami autoptici condotti presso l’Istituto di Medicina Legale dell’Università Cattolica, sotto la direzione del professor Antonio Oliva. Le analisi tossicologiche rivestiranno un ruolo cruciale per stabilire con precisione la presenza e la concentrazione di droga nel corpo della giovane.
Esclusi segni di violenza
I primi risultati dell’autopsia hanno confermato l’assenza di segni evidenti di violenza sul corpo della ragazza; Ulteriori accertamenti saranno necessari per fornire un quadro più dettagliato sulle cause del decesso. Nel frattempo, le autorità intensificano le indagini per rintracciare il pusher e ricostruire l’intera rete dello spaccio che ha portato alla tragica scomparsa della giovane Camilla Sanvoisin.
- Cella Giacomo Celluprica
- Cameriera Camilla Sanvoisin
- Professor Antonio Oliva (Istituto di Medicina Legale)
- Dottori delle forze dell’ordine coinvolti nell’inchiesta