Maricetta Tirrito condannata a 8 anni: il crollo dell’ex paladina antimafia e la richiesta del pm di 27 anni (VIDEO)

Maricetta Tirrito è stata condannata a 8 anni di reclusione dalla Corte di Appello di Frosinone, sotto la presidenza del dott. Antonio Ruscito. La pena pronunciata risulta decisamente inferiore a quella richiesta dal Pubblico Ministero, dott. Ambrogio Cassiani, il quale aveva sollecitato un massimo di 27 anni di carcere. La Tirrito, un tempo nota come paladina contro la mafia, è stata arrestata nel gennaio 2023 nel contesto di indagini che hanno messo in luce maltrattamenti nei confronti di anziani nella sua residenza assistenziale.
Condanna a 8 anni
La decisione dei giudici è stata attesa da diversi familiari delle vittime, tra cui i nomi di Vincenzo Pica e Luigi Bonomo, alle cui morti sono stati collegati gravi sospetti. Anche altre persone vicine alla vicenda hanno seguito con attenzione la pronuncia della sentenza. Nonostante la difesa tentasse di sostenere l’operato di Tirrito, le evidenze raccolte dagli inquirenti l’hanno convinta della sua colpevolezza.
- Vincenzo Pica
- Luigi Bonomo
- Gigliola Iannuzzi
L’analisi dei capi d’accusa ha portato alla mitigazione della pena, non sussistendo l’omicidio volontario tra le incriminazioni accettate dal tribunale. La Tirrito ha già trascorso oltre un anno in custodia cautelare.
Declino dell’immagine pubblica di Maricetta Tirrito
Sotto il profilo dell’attività di attivista antimafia, Maricetta Tirrito ha orchestrato un sistema di raggiri ai danni di cittadini anziani e vulnerabili. Le indagini hanno portato all’arresto di altre quattro persone, tra cui il suo ex compagno e un medico di famiglia. Secondo quanto emerso, Tirrito convinceva le vittime a cedere il pozzo dei loro beni, promettendo il loro benessere quando, in realtà, il denaro finiva speso in beni di lusso.
Utilizzo improprio dei fondi degli anziani
Alcuni acquisti ritenuti sospetti sono stati identificati, come spese per la festa di compleanno dell’ex fidanzato Fabio Corbo e viaggi. Tirrito si riferiva ai suoi assistiti come “nonnetti”, ma mostrava interesse solo per il loro patrimonio. Le intercettazioni rivelano una mentalità predatoria verso gli anziani privi di eredi, e il totale delle somme sottratte è stimato in circa 385mila euro.
Indagini e collegamenti con la politica
Il primo intervento delle forze dell’ordine è avvenuto nel gennaio 2023, ma Tirrito ha continuato a difendersi pubblicamente. Prima delle accuse, era stata vista in compagnia di importanti esponenti politici, evidenziando una rete di connessioni che ora risulta inquietante. Il suo operato occultava pratiche illecite mascherate da iniziative sociali.
Espansione del sistema di sfruttamento
Un testimone, ex collaboratore di Tirrito, ha rivelato la verità sul presunto Comitato dei collaboratori di giustizia, che si è rivelato non avere alcun legame reale con la protezione testimoni. Anche i corsi per operatori antiviolenza offerti da Tirrito erano in realtà dei raggiri con costi coperti da fondi appartenenti agli anziani.
Processo e condanna finale
Le indagini hanno portato alla luce condizioni orribili in cui vivevano 15 anziani nel riparto da lei gestito, dove raccolte di sporcizia e altre violazioni della legge erano all’ordine del giorno. Nonostante le evidenze, Tirrito ha continuato a presentarsi come figura di riferimento nel campo della legalità, fino a culminare nell’arresto e alla condanna, rivelando un sistema di frode e sfruttamento inaccettabile.