Leroy Merlin: dipendenti chiedono diritti e stop a slogan e articoli a pagamento

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La situazione all’interno di Leroy Merlin si presenta sempre più tesa, con un evidente divario tra le posizioni aziendali e quelle dei dipendenti. La mancanza di un accordo sul rinnovo del contratto integrativo ha portato a malcontento tra i lavoratori, che percepiscono trattamenti diseguali rispetto alle dichiarazioni ufficiali dell’azienda.

Lamentela dei lavoratori: “Tutte bugie”

I dipendenti esprimono forti critiche nei confronti della direzione aziendale, affermando che le affermazioni riguardanti il loro benessere siano completamente infondate. Secondo fonti interne, si evidenzia che:

  • Il contratto integrativo necessita di una revisione urgente.
  • Le assunzioni full time sono limitate solo a ruoli dirigenziali.
  • I lavoratori nella maggior parte dei casi operano con contratti part time di sole 20 o 30 ore settimanali.
  • Gli stipendi attuali non garantiscono una vita dignitosa.

In passato i weekend erano considerati giorni liberi; oggi, invece, la possibilità di trascorrerli in famiglia è diventata rara. Il crescente disagio ha portato i lavoratori a esprimere la loro insoddisfazione nei confronti di un’azienda in cui avevano riposto fiducia, ma che non ha ascoltato le loro richieste da mesi.

Richieste dei lavoratori: più diritti e meno propaganda

Nelle trattative per il rinnovo del contratto integrativo, i rappresentanti sindacali hanno avanzato proposte concrete:

  • Buoni pasto, già detraibili per l’azienda ma mai concessi ai dipendenti.
  • Indennità per manutenzione delle divise aziendali, pari a 2,50 euro al giorno.
  • Mansionario dettagliato, attualmente troppo generico e poco rappresentativo delle responsabilità reali.
  • Piano di welfare aziendale, attualmente quasi assente.
  • Premi di progresso equi, dopo anni in cui sono stati eliminati in diversi punti vendita.

A queste richieste si aggiunge la frustrazione legata alla gestione della cassa integrazione durante la pandemia, caratterizzata da ritardi significativi nei pagamenti senza alcun supporto economico da parte dell’azienda.

Chiusura di punti vendita e incertezze future

L’annuncio della chiusura di un Brico Center in Sardegna, senza un piano definito per ricollocare i dipendenti nella nuova sede Leroy Merlin prevista nella stessa regione, ha ulteriormente aumentato le preoccupazioni. I lavoratori temono infatti di trovarsi privi di tutele e opportunità alternative.

Protesta crescente: la verità dietro gli slogan aziendali

Il malcontento si è diffuso su scala nazionale, coinvolgendo numerosi punti vendita. I lavoratori hanno dichiarato lo stato d’agitazione e segnalano che il dialogo con l’azienda sembra essersi bloccato già al secondo incontro per il rinnovo del contratto integrativo. Gli incontri successivi sono stati percepiti come mere formalità senza risultati tangibili.

I principi fondamentali espressi da Leroy Merlin – “volere, sapere, potere e avere” – risultano vuoti per coloro che ogni giorno lottano per ottenere diritti basilari. Per i dipendenti è giunto il momento delle azioni concrete: ora richiedono cambiamenti reali e fattivi nella gestione delle proprie condizioni lavorative.

Scritto da Giancarlo Loti