Fratelli Bianchi si scusano ma negano l’omicidio di Willy in udienza d’appello

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Il recente processo d’appello, avviato dalla Corte di Cassazione per esaminare le attenuanti generiche, ha visto coinvolti i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro. Durante l’udienza, gli imputati hanno rilasciato dichiarazioni che hanno suscitato un ampio dibattito sia mediatico che giuridico. In un contesto carico di emozioni contrastanti, i due accusati hanno espresso il loro profondo dispiacere, affermando: “Siamo addolorati e chiediamo scusa alla famiglia di Willy, ma non siamo dei mostri”.

un caso controverso: la notte di colleferro

L’episodio tragico che ha portato alla morte di Willy Monteiro Duarte ha sollevato forti reazioni e indignazione. Nel corso del procedimento legale, i fratelli Bianchi hanno ammesso alcune responsabilità relative all’accaduto, Sostengono con fermezza di non essere direttamente responsabili della morte del giovane. Le loro dichiarazioni durante l’udienza d’appello bis evidenziano la contraddizione tra l’ammissione di errori e la negazione della responsabilità diretta nell’omicidio.

le dichiarazioni dei fratelli bianchi

Nell’ambito dell’udienza, Gabriele Bianchi ha affermato: “Desidero replicare a quanto detto in questi anni. Sono stanco; da oltre quattro anni vengo descritto come una persona diversa da quella che sono. Non ho mai vissuto nel crimine; gestivo una frutteria ed ero registrato con partita IVA.” Anche Marco Bianchi, collegato da remoto, ha manifestato il suo rammarico e ribadito la sua posizione di non essere un mostro: “Ci hanno descritti come tali ed è profondamente ingiusto; non meritiamo questo odio mediatico. Chiedo scusa alla famiglia e alla madre di Willy.”

I due fratelli hanno riconosciuto le proprie colpe nel contesto processuale, esprimendo disponibilità a pagare per gli errori commessi. Gabriele ha aggiunto: “Voglio assumermi le mie responsabilità, ma non ho mai colpito Willy. Preferisco morire in carcere piuttosto che affermare il contrario.” Marco Bianchi ha precisato la propria responsabilità riguardo al gesto compiuto: “Mi dispiace per ciò che è accaduto; ho dato un calcio al fianco di Willy ma non quando era a terra.”

il contesto giudiziario: attenuanti generiche e la sentenza attesa

L’udienza si inserisce nel quadro del processo d’appello bis , focalizzandosi sulla concessione delle attenuanti generiche da parte della Corte di Cassazione . I giudici della Corte d’appello di Roma si sono ritirati in camera di consiglio per deliberare. Durante le repliche, la procura generale ha richiesto la negazione delle attenuanti e chiesto l’ergastolo per i fratelli Bianchi, mentre gli avvocati difensori hanno sottolineato l’importanza del riconoscimento delle attenuanti.

L’attesa per la decisione finale rimane alta poiché potrebbe influenzare notevolmente il destino degli imputati in un caso che continua a dividere opinioni sia pubbliche che professionali.

tra ammissione di colpe e negazione della responsabilità

L’omicidio di Willy Monteiro Duarte rappresenta uno dei casi più complessi degli ultimi tempi nel panorama giudiziario italiano. Le dichiarazioni dei fratelli Bianchi mostrano una volontà di ammettere alcuni errori pur mantenendo ferma la negazione della responsabilità diretta nella morte del giovane. Questa situazione alimenta un intenso dibattito riguardante i confini tra responsabilità penale e percezione mediatica. Con il verdetto imminente, l’attenzione resta concentrata sul futuro dei fratelli Bianchi e sull’ottenimento della giustizia per Willy.

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Scritto da Giancarlo Loti