Ergastolo richiesto per il killer di Diabolik a Roma

Il processo riguardante l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, conosciuto come “Diabolik”, prosegue con determinazione presso l’aula bunker di Rebibbia, dove si è svolta la requisitoria da parte del pool di pubblici ministeri composto da Rita Ceraso, Mario Palazzi e Francesco Cascini. Piscitelli, noto leader degli Irriducibili della Lazio, è stato assassinato il 7 agosto 2019 con un colpo di pistola alla testa all’interno del parco degli Acquedotti. L’imputato principale, Raul Esteban Calderon, è accusato di omicidio volontario aggravato con il metodo mafioso e di detenzione abusiva di armi. Si sospetta, inoltre, che l’identità reale di Calderon possa essere Gustavo Alejandro Musumeci.
La dinamica del delitto
L’accusa ha fornito una ricostruzione dettagliata del crimine, evidenziando la freddezza e professionalità dell’assassino. Come sottolineato dalla PM Rita Ceraso, il delitto è avvenuto in pieno giorno in un parco affollato. “Un solo colpo alla testa, esploso alle spalle della vittima, senza che questa avesse tempo di reagire”, ha affermato Ceraso. Le dichiarazioni di Rina Bussone, ex compagna di Calderon, risultano determinanti; la donna ha confermato in aula le affermazioni fatte nel 2021: “Calderon mi disse: ‘Ho ammazzato Diabolik’”. Attualmente, Bussone è sotto protezione.
Le prove fondamentali per l’accusa
Un altro elemento di grande rilevanza è il video acquisito durante le indagini, registrato da una telecamera di sorveglianza in via Lemonia. Il PM Mario Palazzi ha definito il filmato come una prova formidabile, mostrante l’azione dell’assassino, la sua fuga e un dettaglio significativo: una fasciatura sul polpaccio destro, coincidente con un tatuaggio di Calderon.
La richiesta di condanna all’ergastolo
Al termine della requisitoria, i pubblici ministeri hanno formulato una richiesta di condanna all’ergastolo per Calderon, evidenziando la natura mafiosa del delitto. “Si tratta di un omicidio avvenuto per interessi di un gruppo criminale”, ha spiegato Palazzi. Piscitelli era una figura carismatica, un leader temuto dai Senese, e la sua uccisione rappresenta un chiaro messaggio per i rivali. L’accusa ha anche suggerito un legame tra Calderon e altri omicidi, incluso quello di Selavdi Shehaj, noto come “Passerotto”, ucciso nel 2020 a Torvaianica.
La reazione della famiglia di Piscitelli
Dopo la richiesta di ergastolo, l’avvocato Tiziana Siano, legale dei familiari di Piscitelli, ha espresso la propria opinione, affermando che “la ricostruzione della procura concorda con il nostro pensiero”. Siano ha aggiunto di avere fiducia che venga riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso, per ottenere così una giustizia vera per quanto accaduto. Le prossime udienze, programmate per febbraio, coinvolgeranno le testimonianze delle parti civili e della difesa dell’imputato, con la sentenza prevista per il mese di marzo.