Bimba di 5 anni si lega alle sedie per non andare in casa famiglia a Roma

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Monteverde si ferma. Il rumore del traffico svanisce, le finestre si aprono e il silenzio avvolge il quartiere. Una bambina di cinque anni, Stella (nome di fantasia per tutelare la bimba, ndr), lotta disperatamente per rimanere a casa. Urla, piange e si lega alle sedie con lo scotch, mentre la sua famiglia e i vicini formano un muro umano contro un destino che sembra ineluttabile.

A Roma, in una tranquilla mattina primaverile, il quartiere di Monteverde diventa il palcoscenico di una protesta spontanea, un grido collettivo per difendere una bambina che non desidera essere allontanata dalla madre e trasferita in una casa famiglia.

Perché Stella deve essere allontanata?

Il Tribunale Ordinario di Roma, come riportato dall’agenzia Dire, ha deciso che la bambina debba essere trasferita in una struttura protetta. Un’analisi psicologica suggerisce che la madre abbia influenzato Stella nel rifiutare il padre, accusato di maltrattamenti. Questa sentenza arriva nonostante il rinvio a giudizio dell’uomo per violenza domestica e diverse testimonianze indicanti Stella come una bambina amata e protetta dalla madre.

I documenti legali delineano un quadro preoccupante: Stella avrebbe descritto punizioni e abusi, persino disegnando il padre mentre le lega le mani. Secondo la perizia, la bambina sarebbe semplicemente “suggestionata” e “immersa nel conflitto” tra i genitori. La violenza viene minimizzata e tutto si riduce a uno scontro familiare dove entrambi i genitori sono considerati equivalenti.

Quartiere in rivolta: “Stella non si tocca!”

Stella resta a casa!” grida una vicina. La bambina cerca rifugio sotto al tavolo,
s’aggrappa ai mobili e si lega alle sedie.

Mentre la notizia circola rapidamente,
I social esplodono e le istituzioni reagiscono.

  • Sefania Ascari (M5S): promessa d’interrogazione parlamentare al ministro Nordio;
  • Marina Terragni: Garante Nazionale dell’Infanzia pronta ad intervenire.

Il futuro della bambina in bilico

a attenderla sarà un luogo che non rappresenta “un’opportunità”, ma piuttosto un incubo.
Un trauma strong >che può lasciare cicatrici profonde:
disturbi d’ansia,
regressioni scolastiche,
depressione. strong > p >

E mentre gli esperti parlano di “terapia del reset”, rimane aperta la questione:
perché separare una bambina dalla madre strong >per forzarla a instaurare un rapporto con unpadre accusato di violenza? strong > p >

Un precedente pericoloso: giustizia dalla parte sbagliata? strong > h3 >

L’accaduto riguardante Stella evidenzia unsistema giudiziario che sembra non proteggere i più vulnerabili. strong > p >

Sebbene la riforma Cartabia abbia introdotto norme per salvaguardare le vittime di violenza domestica,
le madri denunciatrici vengono accusate di manipolazione mentre gli atti di violenza vengono ricondotti a “conflitto”. strong > p >

L’unica speranza ora è l’appello presentato dai legali della madre.
L’udienza è già fissata.
Oggi Monteverde ha detto no; ma domani?
Saranno più determinati? In questa primavera romana,
una bambina ha chiesto di essere legata alle sedie strong >
pur di non essere separata dalla sua casa.
E tutta una città ha risposto:
“Stella non si tocca.”

Scritto da Giancarlo Loti