Amina immobilizzata a letto per errore medico: la madre scrive al Presidente per chiedere aiuto a Roma

La vicenda di Amina, una giovane residente ad Acilia, nel X Municipio di Roma, rappresenta un esempio di resilienza e determinazione. Considerata un caso disperato in gioventù a causa di una diagnosi errata, Amina è diventata il simbolo della lotta contro un errore medico devastante e un sistema sanitario che non riesce a garantire l’assistenza necessaria. Attualmente, a 42 anni, porta con sé le conseguenze di una diagnosi iniziale di tumore cerebrale maligno. I medici optarono per un ciclo di radioterapia devastante, rivelatosi inutile; solo successivamente, durante un intervento chirurgico, si scoprì che il tumore era in realtà benigno. Purtroppo, i danni causati dalla terapia erano già irreversibili. Sua madre, Rita Basso, incarna la forza e la tenacia di chi non si arrende all’indifferenza delle istituzioni.
L’assistenza mancante: il grido disperato di una madre
Dopo la diagnosi errata, l’esistenza di Amina e della sua famiglia ha subito profondi cambiamenti. La radioterapia ha compromesso gravemente il suo stato fisico, costringendola a vivere in condizioni difficili. Attualmente, Amina non è in grado né di parlare né di vedere bene e si nutre attraverso una sonda; Riesce ancora a comunicare con le persone a lei vicine.
Il tempo passa e la situazione clinica peggiora costantemente. La famiglia continua a combattere per ottenere i diritti assistenziali che spettano loro. Si tratta di una battaglia estenuante caratterizzata da ostacoli burocratici e promesse disattese da parte del sistema sanitario.
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Richiesta al Presidente della Repubblica
Nella sua lettera al Presidente della Repubblica Italiana,
“Presidente, sono la madre e tutore legale di Amina.”
Amina è stata diagnosticata con un tumore cerebrale maligno, ritenuto inoperabile negli anni ’80; ciò portò alla somministrazione della radioterapia. Solo negli anni ’90 si scoprì che il tumore era benigno. Gli effetti collaterali della radioterapia hanno generato danni permanenti come l’encefalite post attinica.
“Necessità del ricorso al Tribunale”
L’unico modo per ottenere l’assistenza domiciliare infermieristica h24 (più doppia unità notturna) è stato quello di rivolgersi al Tribunale Civile di Roma; strong>
“Obbligo dell’assistenza notturna”
Mia figlia continua a vivere grazie al mio supporto costante giorno e notte; questo però comporta enormi sacrifici personali.
“Indifferenza istituzionale”
L’assenza del personale qualificato rende impossibile fornire assistenza adeguata; la richiesta è quella che l’Asl provveda direttamente alla gestione degli operatori sanitari.
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