Addio a Aldo Tortorella: la vita da partigiano e dirigente del PCI a 98 anni

Aldo Tortorella, ex dirigente del Partito Comunista Italiano (PCI) e figura di riferimento della sinistra italiana, è deceduto all’età di 98 anni. La sua vita è stata caratterizzata da un rigoroso impegno politico e civile, iniziato fin dalla gioventù con la lotta partigiana contro il regime fascista. Originario di Napoli, nel 1926, si trasferì a Genova, dove si unì alla Resistenza adottando il nome di battaglia “Alessio”.
Durante il conflitto bellico, Tortorella fu catturato dai fascisti e condannato a morte; Riuscì a evadere, riprendendo la sua attività di combattente per la libertà. Dopo la Liberazione, il suo impegno si tradusse in una lunga carriera, sia politica che giornalistica, dedita alla difesa della democrazia e della giustizia sociale.
L’esperienza giornalistica e politica di Aldo Tortorella
Dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale, Tortorella avviò il suo percorso nel giornalismo con il quotidiano l’Unità, organo ufficiale del PCI. Negli anni Settanta, assunse il ruolo di direttore dell’edizione nazionale, contribuendo attivamente a disseminare le istanze della sinistra italiana. Contestualmente, la sua carriera politica lo portò ad essere eletto ripetutamente deputato, occupando posizioni di rilievo all’interno del partito.
Federato con le idee di Enrico Berlinguer, Tortorella fu un importante collaboratore, condividendo le strategie politiche e culturali del PCI. Si dedicò in particolare alla sezione culturale del partito, ricoprendo un ruolo fondamentale nei dibattiti interni su questioni come il compromesso storico e le relazioni con altre forze politiche.
L’opposizione alla “svolta della Bolognina” e il contributo alla sinistra italiana
Nel corso degli anni Novanta, Tortorella si oppose fermamente alla “svolta della Bolognina” proposta da Achille Occhetto, che portò alla trasformazione del PCI in Partito Democratico della Sinistra (PDS). Nonostante le sue divergenze, rimase nel partito, continuando a contribuire all’evoluzione della sinistra italiana. In seguito, fu tra i promotori dell’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, partecipando attivamente al dibattito sulle nuove visioni politiche nel Paese.
Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’ANPI, lo ha omaggiato come un intellettuale di straordinaria levatura, sottolineando il suo valore come punto di riferimento per il mondo antifascista e per tutti coloro che credono nei principi fondamentali della democrazia e della giustizia sociale.