Planorbella duryi: scopri la chiocciola d’acqua dolce trovata da Andrea Bonifazi al Lago di Albano e la sua affascinante storia


La Planorbella duryi rappresenta una chiocciola d’acqua dolce con molte peculiarità, talvolta caratterizzata da colori sorprendenti. Questa specie è stata rinvenuta al Lago di Albano dal Dottor Andrea Bonifazi, esperto in Scienze Naturali. La scoperta solleva interrogativi sul suo status, trattandosi di una specie aliena? Approfondire il tema consente di comprendere meglio le sue caratteristiche e le implicazioni per l’ecosistema locale.

Cos’è la Planorbella duryi e da dove proviene?

“Originaria degli habitat dolciacquicoli della Florida, come le famose Everglades, la Planorbella è una specie tropicale e subtropicale,” descrive il Dottor Bonifazi. Questa chiocciola è frequentemente reperibile nei negozi specializzati in acquariofilia, dove gli appassionati la scelgono per la sua prolificità in acquari d’acqua dolce. I varianti di colore, che spaziano dal marrone al rosso, dal blu al rosa, la rendono molto attraente per gli esperti del settore. La tonalità rossa, in particolare, è dovuta alla presenza di emoglobina, che conferisce questo caratteristico aspetto.

Considerazioni sull’impatto delle specie aliene

“L’impatto delle specie aliene su un ecosistema naturale è spesso percepito in modo astratto da chi non è esperto,” afferma Bonifazi. “Quando una specie aliena diventa invasiva, gli effetti diventano tangibili e riconoscibili per tutti. Infatti, una specie aliena tende a proliferare in un ambiente grazie alla scarsità di predatori presenti in condizioni naturali.”

La Planorbella duryi al Lago di Albano

“Il caso della Planorbella duryi nel Lago Albano, un lago vulcanico in provincia di Roma, è emblematico. La prima segnalazione risale al 1986, ma rimangono ignote le modalità di introduzione. Nel tempo, la popolazione è aumentata in modo esponenziale, parallelamente a un incremento delle morie. Le foto scattate recentemente sulle rive del lago mostrano una situazione insostenibile, con milioni di esemplari che formano densi tappeti, cambiando radicalmente l’aspetto delle tradizionali spiagge nere vulcaniche in inaspettate spiagge bianche. Questo esempio evidenzia quanto una specie aliena possa diventare abbondante e invasiva,” conclude Bonifazi.

Scritto da Giancarlo Loti