Festival di Sanremo: La Scura Edizione di Benedetta Tv che Sorprende tutti

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La comunicazione iniziale relativa al Festival di Sanremo ha rivelato un grande successo per l’esordio della settantacinquesima edizione. Con un pubblico medio di 12 milioni di telespettatori e punte di 15 milioni, il 65% di share ha spinto le altre reti a registrare ascolti nettamente inferiori, come nel caso di Canale 5 con Benvenuti al Sud, che ha segnato solo 5.3%. Analizzando i momenti chiave della serata, si può indagare il rispetto delle attese preannunciate.

Carlo Conti: il carico di risultati e sfide

Carlo Conti ha saputo condurre la serata in modo essenziale, riuscendo a presentare i 29 artisti in gara e gli ospiti, concludendo la serata poco dopo l’una. Questo anticipare la scaletta suggerisce una limitata varietà di contenuti presentati.

Tre conduttori: un mix di personalità

Affiancato da Gerry Scotti e Antonella Clerici, Conti ha cercato di instaurare un’atmosfera conviviale. Purtroppo, però, le interazioni tra i conduttori, prevalentemente dominata dai battibecchi, hanno portato a una certa confusione. Scotti, in particolare, ha mostrato segni di affaticamento, abbandonando il palco prima dei saluti finali.

Aspettative e realtà: i dibattiti sui monologhi

Tra le scelte più discusse di {{Conti}} c’era la volontà di escludere monologhi dal palco. Contrariamente a ciò, si sono verificati interventi significativi, come quello a sorpresa di Papa Francesco. In aggiunta, le cantanti Noa e Mira Awad hanno presentato un’introduzione prima di esibirsi insieme, costituendo di fatto un monologo mascherato.

Scenografie e mood: un festival in penombra

La scenografia ha sorpreso per la sua tonalità prevalentemente scura. I toni neri e blu scuro, insieme a elementi metallici freddi, hanno creato un ambiente monotono, sfavorendo l’interazione tra i conduttori e lo sfondo. Interessante notare come Rose Villain, in un abito rosso, abbia rappresentato un’eccezione a questo predominio del buio.

Musica e performance: un panorama da analizzare

Le esibizioni musicali, che verranno approfondite nei prossimi articoli, hanno mostrato una netta predominanza di temi simili. Tra le performance, quella di Tony Effe ha catturato l’attenzione per la sua capacità di oscillare tra stili diversificati e richiami alla tradizione. Riguardo al Dopo Festival, le impressioni iniziali lasciano presagire un’atmosfera più leggera, meritevole di esame successivo.

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Scritto da Giancarlo Loti