Sgominata rete di centri massaggi a luci rosse tra Roma, Napoli, Perugia e Avellino: tutti i dettagli sorprendenti

Un’importante operazione di polizia ha portato alla luce una rete criminale dedita alla gestione di centri massaggi a luci rosse, trasformati in case di appuntamento. L’intervento, condotto dalla Polizia Locale di Roma Capitale, ha avuto inizio circa un anno fa e ha visto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma. Le indagini hanno portato a raid simultanei in diverse città italiane, risultando nella denuncia di cinque individui: quattro di nazionalità cinese e uno italiano, accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Operatività dei centri massaggi a luci rosse

L’inchiesta è partita dall’individuazione di un centro massaggi situato nel quadrante sud-est di Roma, dove gli investigatori del Gruppo Sicurezza Sociale Urbana (GSSU) hanno rivelato un’operazione di prostituzione mascherata da servizio di benessere. Attraverso un lungo periodo di appostamenti, intercettazioni e analisi di tabulati telefonici, gli agenti sono riusciti a ricostruire la struttura di questo gruppo criminale, attivo in diverse città italiane, con basi operative a Napoli, Perugia e nella provincia di Avellino.

L’organizzazione era attiva nel reclutare donne cinesi, di età compresa tra 25 e 50 anni, destinate al mercato della prostituzione. Le vittime venivano spostate tra varie sedi controllate da connazionali e sottoposte a monitoraggio tramite videosorveglianza e telefoni criptati.

Dettagli delle perquisizioni e sequestri

Una volta individuati gli appartamenti e i centri massaggi coinvolti, la Polizia Locale, supportata dall’Arma dei Carabinieri e dalle autorità locali delle città interessate, ha avviato una serie di perquisizioni simultanee. Gli agenti hanno confiscato oltre cinquanta dispositivi elettronici, fra cui telefoni e computer, oltre a diverse migliaia di euro, ricavati dalle attività illecite.

Il ruolo dei social network nel giro d’affari

Le indagini non si sono fermate all’operazione attuale. Gli investigatori sono ora impegnati nell’approfondimento dei legami della rete con altre organizzazioni criminali attive in Italia. È emerso come il gruppo utilizzasse social network e piattaforme digitali per organizzare il movimento delle donne, scambiare informazioni e gestire appuntamenti.

Questa rete ben strutturata sfruttava la tecnologia per sovvertire i controlli e garantire un’efficace gestione delle attività illecite. Il vasto giro d’affari è stato smantellato e la Polizia Locale sta ora cercando di individuare ulteriori complici coinvolti in questa rete di sfruttamento.

Scritto da Giancarlo Loti