Caporetto del campidoglio: sei sentenze contro la linea dura su tavoli esterni di bar e ristoranti

Roma si trova attualmente di fronte a una serie di sfide legali che potrebbero compromettere l’operato dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Roberto Gualtieri. Recenti sentenze emesse dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio hanno messo in discussione le restrizioni imposte riguardo all’occupazione di suolo pubblico da parte di bar e ristoranti, in particolare per quanto concerne l’installazione di tavoli esterni.
Le sei sentenze contro il Campidoglio
Il TAR del Lazio, attraverso sei distinte sentenze, ha annullato il divieto al prolungamento delle occupazioni di suolo pubblico avviate durante la pandemia. Queste decisioni sono state sollecitate da varie attività commerciali, tra cui ristoranti, bar, e hotel.
I casi trattati includono:
- Casi già segnalati in via del Traforo, via Federico Cesari e via di Porta Castello.
- Diverse attività ristorative situate in via Crescenzio (M. srl e P. srl).
- Caso relativo a un locale in via dei Volsci nel quartiere San Lorenzo (R. srl).
Nella maggior parte dei casi, il Comune ha giustificato le proprie restrizioni sulla base della presunta compromissione della viabilità principale, ma i giudici hanno respinto tali argomentazioni, non ritenendo che i tavoli esterni ostacolassero realmente il traffico.
Una stretta contestata dalla giustizia amministrativa
Queste sentenze rappresentano un cambiamento significativo nel dibattito sull’utilizzo degli spazi pubblici per i tavolini esterni. L’amministrazione comunale aveva cercato di limitare la presenza delle strutture all’aperto motivando queste scelte con ragioni legate alla sicurezza stradale.
Le decisioni del TAR hanno messo in discussione questa linea dura adottata dal sindaco Gualtieri e dall’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, creando potenzialmente un precedente per altre situazioni analoghe.
Un colpo duro per l’amministrazione capitolina
Tali sentenze costituiscono una seria minaccia anche per il nuovo regolamento approvato dal Campidoglio lo scorso 7 marzo, che intendeva disciplinare più rigidamente l’occupazione del suolo pubblico. Le recenti decisioni potrebbero mettere in discussione l’intero impianto normativo creato dall’amministrazione.
Possibili conseguenze future per Roma
I ristoratori e gli esercenti potrebbero sentirsi incentivati a contestare ulteriormente eventuali nuove restrizioni imposte dal Comune o addirittura l’intero regolamento recentemente introdotto. Nonostante le sentenze sfavorevoli, è plausibile che l’amministrazione possa decidere di appellarsi al Consiglio di Stato per ribaltare le decisioni del TAR.
Tuttavia, è evidente che la giustizia amministrativa richiede motivazioni solide e dimostrabili per qualsiasi limitazione relativa ai ristoranti, bar e hotel. Questa questione potrebbe diventare cruciale nella gestione degli spazi pubblici a Roma, specialmente in vista delle prossime elezioni amministrative previste nella primavera 2027.