Donna scoperta con tre mini cellulari a Rebibbia durante colloquio: denuncia immediata

Recentemente, un’operazione di controllo presso la Casa circondariale Nuovo Complesso di Rebibbia ha portato alla luce un importante episodio riguardante la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari. Durante un colloquio tra una donna e un detenuto del reparto G 11, sono stati rinvenuti tre mini cellulari abilmente nascosti tra gli indumenti della visitatrice. Questo evento ha messo in evidenza l’importanza dei controlli rigorosi da parte del personale della Polizia Penitenziaria.
Controlli scrupolosi e utilizzo di tecnologia all’avanguardia
Il personale addetto ai controlli familiari, equipaggiato con moderni metal-detector, ha identificato i tre mini cellulari durante il colloquio, insieme a una somma di denaro destinata al detenuto. La donna è stata denunciata in stato di libertà per violazione dell’articolo 391 ter del Codice Penale. Inoltre, sono state intraprese misure aggiuntive nei confronti del detenuto per garantire l’ordine e la sicurezza nel complesso carcerario.
Dichiarazioni del Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria
Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria, ha commentato l’operazione sottolineando che questa rappresenta una chiara dimostrazione della professionalità della Polizia Penitenziaria. Ha inoltre rimarcato come l’ente non solo si impegni nella rieducazione dei detenuti ma svolga anche con dedizione le funzioni di polizia.
Sommando alla sua analisi, Somma ha evidenziato che tale operazione costituisce una risposta efficace a un problema crescente: l’introduzione di telefoni cellulari e sostanze stupefacenti nelle carceri italiane.
Il contrasto a un fenomeno in crescita
Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, ha affermato che il contrasto al traffico di telefoni cellulari e droga è diventata una priorità costante. Il fenomeno continua a crescere e rappresenta una seria minaccia per la sicurezza interna degli istituti penitenziari. L’operazione di Rebibbia si inserisce in uno sforzo più ampio volto a garantire ambienti carcerari più sicuri.
Un appello alle istituzioni: investire nella sicurezza delle carceri
I rappresentanti sindacali esortano le istituzioni a incrementare gli investimenti nella sicurezza delle carceri, dotandole di strumenti e tecnologie all’avanguardia. Questa iniziativa non solo protegge il personale penitenziario da rischi crescenti ma contribuisce anche a mantenere ordine e disciplina negli ambienti detentivi.
Mantenimento della sicurezza all’interno dei penitenziari
L’episodio avvenuto a Rebibbia sottolinea quanto sia cruciale la professionalità e l’attenzione costante del personale della Polizia Penitenziaria per il mantenimento della sicurezza all’interno dei penitenziari. La scoperta dei mini cellulari occultati dimostra l’efficacia delle misure adottate e mette in risalto la necessità di ulteriori investimenti in tecnologia e formazione. In un contesto caratterizzato da aggressioni frequenti e tentativi d’introduzione di materiali illeciti, rafforzare le misure di sicurezza diventa essenziale per garantire un ambiente protetto sia per i detenuti che per gli operatori penitenziari.
- Maurizio Somma – Segretario Lazio Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
- Donato Capece – Segretario Generale Primo Sindacato della Polizia Penitenziaria
- Donnna convivente del detenuto (non nominata)
- Detenuto del Reparto G 11 (non nominato)
- Personale della Polizia Penitenziaria coinvolto nell’operazione (non nominati)